Seleziona una pagina

Cosa rende il grandangolo l’ottica più desiderata dai fotografi di paesaggio? Perché può rappresentare una vera rivoluzione per la tua fotografia? Quali sono le insidie da cui difenderti per non cadere vittima della noia da grandangolo?

Partiamo subito dalla definizione: in un sistema 35mm (24 x 36) una lente che ha una lunghezza focale minore della diagonale del sensore (~43mm) è un grandangolo. Come al solito la realtà se ne frega delle definizioni e i comuni mortali chiamano grandangolo gli obbiettivi con lunghezza focale al di sotto dei 24~28 mm. Ebbene si, anche se oggi queste lunghezze focali appaiono ridicole rispetto agli ultra grandangolari da 12~17mm è giusto dire che un 28 mm è già un buon grandangolo.

Tuffiamoci subito alla scoperta delle caratteristiche che lo rendono un’ottica insostituibile nella borsa di un buon fotografo di paesaggio.

Angolo di Campo

La caratteristica determinante che rende quest’ottica appunto un “grandangolo” è l’angolo di campo ovvero l’angolo di visuale che riuscirai ad includere nelle scene che fotograferai. In parole povere si tratta della quantità di roba (da sinistra a destra se la scena è in orizzontale) che avrai la possibilità di riprendere in un colpo solo.

lunghezza focale e angolo di campo

Come sai uno dei pilastri su cui si fonda la fotografia di paesaggio è il senso di spazio e apertura che è possibile tramettere al nostro osservatore. Dato che il grandangolo per sua natura ha un angolo di campo elevato, una delle prime associazioni di idee che affiorano alla mente è…

 

“fotografia di paesaggio” = “grandangolo”

Il ragionamento non fa un piega.

Stai fotografando paesaggi? Vuoi includerne il più possibile nella scena? Cosa usi? Ovviamente un grandangolo, date la sue capacità di includere nella scena tanta…ma proprio tanta roba.

Per me è stato lo stesso all’inizio.

Ero affascinato dalla possibilità di includere elementi che si trovavano ad un passo da me, sfondi lontani a chilometri di distanza e cieli colorati sopra la mia testa.

Per non parlare delle foto in formato verticale.

In quel caso un angolo di campo estremo permette di riprendere scene che evocano sensazioni davvero forti.

Ricordo di avere scattato quasi esclusivamente in verticale per i primi mesi, forse addirittura per il primo anno dopo l’acquisto del mio primo grandangolo. Ero sempre li a scegliere il sasso o il cespuglio giusto da mettere in primo piano per creare quell’effetto WOW che tanto mi aveva affascinato nelle foto di grandi artisti della fotografia di paesaggio.

Se deciderai di compare un grandangolo per questa ragione la scelta è assolutamente azzeccata.

Pero una volta passata la sbornia da super angolo di campo entrano in gioco altri aspetti altrettanto importanti nella decisione dell’acquisto di un grandangolo.

Profondità di Campo

La Profondità di campo è il secondo aspetto di grande importanza per il fotografo di paesaggi. Infatti il secondo effetto WOW tipico di una fotografia di paesaggio è la nitidezza sconfinata dal primo piano allo sfondo.

Se non conosci le stregonerie che si celano dietro questo effetto e vuoi padroneggiarlo in due minuti ti consiglio il mio articolo sulla nitidezza estrema e l’iperfocale.

Se hai letto l’articolo saprai che la regola dell’iperfocale è strettamente collegata alla lunghezza focale dell’ottica che stai utilizzando. Più corta è la lunghezza focale dell’obbiettivo (ad esempio 16~20 millimetri) e più facile sarà ottenere nelle tue foto di paesaggio una stupefacente sensazione di nitidezza dal primo piano allo sfondo.

Per questo motivo i grandangoli sono così amati dai fotografi di paesaggio e ogni artista ne ha fatto largo uso nella propria carriera.

Linee Prospettiche

Per potere raggiungere un angolo di campo così estremo i costruttori di ottiche grandangolari hanno fato i salti mortali in fase di progettazione ma si sono arresi al fatto che la prospettiva con cui gli oggetti vengono ritratti nella scena non ha nulla a che vedere con il nostro modo di percepire la realtà.

La scena è enormemente deformata. Gli oggetti che si trovano nelle zone centrali dell’inquadratura appaiono più piccoli che ad occhio nudo con una forte sensazione allontanamento. La cosa opposta avviene per tutto ciò che si trova nella parte periferica della scena come il primo piano e il cielo.

In formato verticale questa sensazione diventa ancora più spinta mano a mano che ci avviciniamo a quello che vogliamo inquadrare in primo piano. Gli oggetti saranno stirati e allungati con la sensazione di averci la faccia spalmata sopra.

Questo “difetto” è diventato una caratteristica delle ottiche grandangolari e ci ha regalato Fields near Catenanuova, Etna in background - Catenanuovaun modo nuovo di interpretare la realtà. Ha stimolato la nostra fantasia, la nostra creatività e quella di generazioni di fotografi di paesaggio.

Grazie alle linee prospettiche deformate si riescono a creare composizioni estreme che consentono di sfruttare oggetti in primo piano che altrimenti sarebbero insignificanti.

Nella foto accanto sono riuscito a usare un terzo della composizione per i fiori in primo piano nonostante questi fossero tutt’altro che grandi. Questa caratteristica viene ancora più accentuata se in fase di composizione ruoti leggermente la fotocamera in modo che non risulti parallela al terreno ma inclinata verso terra.

Magia del grandangolo!

Questa caratteristica ti offre la possibilità di usare il primo piano come una calamita per lo sguardo dell’osservatore. Chi guarda verrà magneticamente attratto dal primo piano e dalla sua prospettiva estrema per poi essere fiondato dentro la scena perdendosi tra i colori e gli odori che la scena riuscirà ad evocare. La magia che si cela dietro le linee prospettiche di un grandangolo ha fatto la fortuna di buona parte delle spettacolari foto che si trovano in giro per il web e lo stesso credimi avverrà per i tuoi scatti.

Fotografia Notturna

cielo stellato

Le ottiche grandangolari, in special modo quelle ultra grandangolari, sono oggi molto usate in un genere che è parecchio in voga, la fotografia notturna.

Grazie alle lunghezze focali così corte (12~16 mm) e all’angolo di campo cosi estremo è possibile includere nelle tue foto cieli stellati a perdita d’occhio e contenere i tempi di esposizione. Infatti per ritrarre quei cieli notturni che ultimamente campeggiano nelle foto di paesaggio di tutto il mondo e che stanno riscuotendo parecchio successo anche in competizioni internazionali è necessario applicare la regola del “500”.

Regola del “500”
E’ possibile congelare un cielo stellato senza incorrere nel problema del moto terrestre se i tempi di esposizione sono minori di 500/[lunghezza focale].

Se questa regola non viene rispettata le stelle appariranno come scie luminose e addio cielo stellato. Quindi se ad esempio stai lavorando con un 16mm la regola dice che il tempo di posa non deve superare i 500/16=~30 secondi. Un tempo decisamente gestibile con le performance ad ISO elevati delle moderne fotocamere.

Se usassi un 70mm la stessa regola ti fornirebbe un tempo massimo di 500/70=~6 secondi che potrebbe metterti in difficoltà in condizioni di luce assente come di notte. Saresti quindi costretto ad aumentare la sensibilità ISO a livelli “stellari” o ancor peggio ad dovere rinunciare allo scatto che hai in testa.

Vignettatura

vignettaturaUno dei classici problemi irrisolvibili di tutte le ottiche è l’eccessiva vignettatura ottica ovvero la tendenza di queste ottiche a scurire i bordi della foto. Per potere avere un angolo di campo cosi estremo i raggi di luce che entrano nell’obbiettivo sono parecchio inclinati ai bordi.

Dato che la formula matematica che descrive questo fenomeno dipende direttamente dall’angolo dei raggi che entrano dalla bocca dell’obbiettivo va da se che i grandangoli sono le ottiche più colpite da questo fenomeno.

I problemi di vignettatura di solito si annullano quasi completamente usando diaframmi abbastanza chiusi tipo F8~F11. Quindi nelle tue foto di paesaggio non dovresti preoccuparti molto di questo problema visto che di solito scatterai con diaframmi abbastanza chiusi allo scopo di avere una grande profondità di campo.

Le cose si complicano se stai usando il grandangolo per una fotografia notturna e vuoi usarlo alla sua massima apertura cosi da far entrare più luce possibile e contenere i tempi di esposizione.

Fortunatamente per questa problematica esistono soluzioni semplici e anche automatiche. Quasi tutti i corpi macchina sono in grado di riconoscere automaticamente l’obbiettivo montato grazie all’elettronica (specialmente se è della stessa casa produttrice). E’ possibile quindi applicarvi aggiustamenti di luminosità direttamente in fase di scatto.

Se questa soluzione non ti soddisfa puoi sempre spostare tutto in post produzione (saggia decisione) agendo con una semplice azione in Camera Raw, Photoshop, Lightroom etc…

Giusto per confondere le acque voglio aggiungere che talvolta i fotografi sfruttano questa problematica a proprio vantaggio, accentuandola in post produzione. Attraverso la vignettatura di solito si ottiene l’effetto di portare lo sguardo dell’osservatore verso il centro della scena dove talvolta si trova il soggetto che stiamo fotografando.

Insomma non tutti i mali vengono per nuocere.

Deformazioni a Barile

deformazioni a barile

Altro problema rognoso dei grandangoli sono le deformazioni a barile specialmente alle lunghezze focali più corte (16-20 mm). Una delle vittime illustri di questo difetto sono gli orizzonti che stai fotografando.

In special modo se la composizione è in orizzontale e hai scelto di fare cadere l’orizzonte nelle zone alte o basse della foto stai certo che l’orizzonte sarà parecchio storto.

In questo caso sarai costretto ad applicare aggiustamenti in post-produzione che ti potrebbero costringere a rifilare di qualche millimetro ai bordi l’intera foto.

Insomma nonostante la meticolosità per la scelta della composizione in fase di scatto ti tocca segarla in post-produzione per i problemi dell’ottica.

Siamo nati per soffrire.

Quando mi sono avvicinato a questo genere fotografico ed ho iniziato a fotografare con ottiche ultra grandangolari come il 17-40 della Canon ero convinto di sbagliare sistematicamente il posizionamento della fotocamera nonostante usassi sempre una livella a bolla. Poi mi sono dovuto arrendere all’evidenza che non era la mia livella ad avere qualche problema ne tanto meno io ad avere una qualche disfunzione, era il mio obbiettivo che mestamente si arrendeva ai principi dell’ottica.

Costo dei Filtri

Altra nota dolente spesso sottovalutata quando si decide di acquistare un grandangolo è il fatto che per avere un angolo di campo così estremo la bocca da cui entra la luce deve essere piuttosto grande e questo significa avere un diametro per il montaggio dei filtri davvero importante (77~82 mm). Qualsiasi filtro comprato per questi diametri talvolta raddoppia il proprio costo rispetto a diametri più modesti.

Angolo di Campo e la noia

paesaggio banaleTorniamo adesso a quello che è il motivo principale per cui hai deciso di comprare il tuo adorato grandangolo, l’angolo di campo. Dopo esserti tuffato con lo sguardo nella visione grandangolare non tornerai facilmente indietro. Tutta quella roba in un unico colpo d’occhio è davvero eccezionale. Si rimane estasiati dal respiro che si riesce a dare agli scatti con questo tipo di ottica ma c’è anche il rovescio della medaglia.

In fotografia e nello specifico nella fotografia di paesaggio uno dei mantra fondamentali è “semplicità”. La foto potrà essere tecnicamente perfetta, la luce semplicemente sublime, la post-produzione impeccabile ma se la foto non è pervasa dalla semplicità non funzionerà. Se gli elementi inclusi nella foto sono arrangiati male, sono troppi o magari trasmettono un senso di affollamento, la tua foto rimarrà un occasione perduta.

Perché o introdotto questo concetto?

Perché riuscire a raggiungere la semplicità con un grandangolo o un super grandangolo è dannatamente difficile. Riuscire a bilanciare correttamente primo piano e sfondo, omettere dalla composizione elementi che disturbano la vista ed evitare di essere banali è qualcosa che è più difficile a dirsi che a farsi.

Certo se ti trovi nel Grand Canion, in una spiaggia vulcanica in Islanda o sui fiordi norvegesi è tutto dannatemene più semplice ma se ti trovi nella spiaggetta vicino casa le cose si complicano maledettamente.

In molti comprano il grandangolo con la semplice idea che basti un’ottica estrema per ottenere buone foto di paesaggio ed in parte è anche vero. Ti avverto pero che potrebbe succedere che una volta testate le prodezze tecniche del tuo giocattolo potresti rimanere deluso dal risultato finale un po scontato.

Insomma dopo un po le foto possono sembrare tutte uguali.

E’ proprio qui che inizia il divertimento. Devi sperimentare, trovare i luoghi giusti per fare scorrazzare il tuo grandangolo e sopratutto perseverare, perseverare, perseverare!

Devi pensare a come sfruttarne al meglio le caratteristiche della tua ottica (profondità di campo, prospettiva etc..) tenendone a freno i limiti o addirittura sfruttandoli a tuo favore, sempre in funzione della tua visione finale.

Spero questa guida ti abbia dato una visione meno shopping sull’acquisto di un’ottica grandangolare e ti possa aiutare nel gustarti a dovere uno dei migliori acquisti che potrai fare se il tuo obbiettivo è la fotografia di paesaggio.

Buon appetito!